Ci sono poche cose che fanno male come la condizione di non poter uscire da una situazione fastidiosa o dolorosa: che sia un lavoro impossibile da lasciare, una relazione che ancora non può essere spezzata o la situazione economica che non permette cambiamenti, in tutti i casi la disperazione può essere un peso troppo grande da sopportare.
In questi casi ne può risentire anche il fisico; il corpo segnala ciò che la mente cerca di bloccare, invano. Le sensazioni più frequenti sono la morsa allo stomaco o un senso di oppressione al petto; può succedere anche che la persona non colleghi questi sintomi alla condizione mentale che sta sopportando, motivo per cui il primo passo è proprio prendere consapevolezza di questo.
Una volta intervenuti sui “blocchi” emotivi o psicologici anche il corpo risponde, sebbene occorra a volte attendere anche mesi perché questo miglioramento si faccia sentire.
Cosa farne della disperazione?
Può apparire contro-intuitivo, ma la disperazione va prima di tutto accolta, guardata in faccia e descritta; cercare di combatterla, tendere alla positività a tutti i costi è come essere immersi nelle sabbie mobili: la caduta verso il basso sembra attutita ma è inevitabile e, soprattutto, siamo bloccati e non arriviamo mai a salvarci.
Dovremmo fare piuttosto come in mezzo all’acqua: toccare il fondo per avere la spinta necessaria a risalire.
Non è mai troppo presto e non è mai troppo tardi per rivolgersi ad un professionista il quale avrà il compito di capire quanto è invalidante il problema e quali azioni possono innescare il necessario cambiamento.
Se non vuoi affrontare da solo o da sola un momento troppo pesante puoi contattarmi.
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