Cosa significa elaborare un dolore?
Psicologicamente, con il termine “elaborazione” si intende il superamento di una sofferenza ossia il fatto che la persona possa ricordare un evento (trauma) o una persona che non c’è più, senza provare quel dolore lancinante che si sperimenta inizialmente.
È fuorviante parlare di patologia in un primo momento; per quanto le sensazioni e le reazioni possano sembrare troppo intense, il periodo caratterizzato da ritiro sociale, rabbia e pianto è assolutamente fisiologico.
Inoltre, il periodo di 6 mesi che viene indicato come media temporale per superare la sofferenza, non va mai inteso in modo rigido poichè sono diverse le variabili che possono allungare o restringere questa tempistica; ciò che si dovrebbe normalmente notare è un passaggio da un primo dolore persistente, alla fase di rabbia a quella di accettazione.
Infine, nel caso di lutto, l’ultima tappa di elaborazione è caratterizzata dalla nostalgia, un misto di dolore e ricordo piacevole che si integrano e a cui la persona può anche far affidamento in momenti di difficoltà.
Nel caso di trauma, la sensazione finale dovrebbe essere quella di aver messo il passato nel passato, lasciando così libero il momento presente.
La consolazione è utile?
Può apparire paradossale, ma il tentativo di consolare chi è sofferente risulta spesso inefficace; per uscire da un dolore occorre viverlo tutto e guardarlo in faccia, per quanto tutto ciò possa spaventare.
Durante un percorso di sostegno psicologico, il professionista non aiuta la persona a dimenticare, bensì a concedersi la sofferenza, evitando che il tempo la cronicizzi.
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